lunedì 2 maggio 2016

Disfashion

Venerdì 6 Maggio inaugurazione della mostra della RunArtist Barbara Vistarini grazie alla partecipazione  del Consorzio Grana Padano presso l'Arsenale di Iseo.

Questa la Prefazione del critico d'arte Giorgio Grasso che presenterà la mostra.


In uno scenario mediatico che irrompe ormai in ogni campo della vita,
colmando l’immaginario collettivo con spazi e forme sempre più sofisticate,
la ricerca artistica di Barbara Vistarini si dibatte
nutrendosi di tutto quel turbine di informazioni, divenendo poi un filo tenace che le lega l’una all’altra. Barbara è un’artista multimediale italiana, romana di nascita e bresciana di adozione, che fa della propria storia un archivio di possibilità proiettate verso la contemporaneità più reale e concreta, fatta di spazi ibridi e caotici, componenti dello scenario italiano nel quale dibattono prontamente il gusto estetico antico e la raffinatezza per il “concetto” contemporaneo. Questo è il contesto in cui le opere di Barbara prendono vita sviluppandosi in una molteplicità di linguaggi che sconfinano verso più discipline, dalla fotografia alla performance, dalla manipolazione
digitale di immagini alla videoarte ... ed è per questa peculiarità che l’artista viene definita “multimediale”, una caratteristica forte in Barbara e in tutta la sua ricerca, che s’impone d’instaurare una dialettica di scambio tra vari ambiti, volta alla creazione di qualcosa di nuovo, di spazi multisensoriali in costante evoluzione.

Giorgio Grasso



L'installazione “Disfashion” di Barbara Vistarini alla
Fondazione Arsenale d' Iseo.
Il lavoro in mostra e' composto da una sequenza di opere che
girano attorno al tema della de-mitizzazione della moda.
Il quartier generale dell'artista e' a Brescia,dove sviluppa gran parte dei suoi lavori in Italia
e all'estero. Alla Fondazione l’Arsenale di Iseo, a apartire dal 6 maggio 2016 e per la durata
di due settimane, l’aspetta una sfida tutta internazionale,tanto attesa nello sviluppo di un
intervento di Land Art, promosso sul territorio e creato dall’artista Christo. La sua ricerca nel
mondo del fashion system, presente nel lavoro in mostra, non e' mai assolutizzata viceversa
continuamente “ ibridata” attraverso la connessione con discipline diverse. Il fashion
viene esplorato dall’artista per la sua capacita di “fare e disfare in continuazione le regole,
stagione dopo stagione” e considerato come metafora di un’epoca contrassegnata da un
acondizione di forte decadenza.
Nonostante il suo “debole per il passato”lei stessa afferma di essere “sensibile al futuro” e
si mette in gioco oggi, con un leggero piglio provocatorio, partendo dall’effimero mondo
della moda, con un progetto sul “mondo che verra”.
Iseo
Fondazione l’Arsenale
6 maggio - 20 maggio
inaugurazione 6 maggio ore 18.00
Vicolo Malinconia, 2 25049 Iseo (Bs)
info@arsenaleiseo.it::www.arsenaleiseo.it
+39 030 981011
Comune di Iseo
con la collaborazione di:
con il patrocinio di:
con il sostegno di:
Iseo
Fondazione l’Arsenale
6 maggio - 20 maggio
inaugurazione 6 maggio ore 18.00
Vicolo Malinconia, 2 25049 Iseo (Bs)
info@arsenaleiseo.it::www.arsenaleiseo.it
+39 030 981011






Note sulla biografia artistica tratte da una conversazione con Janina Dalhmanns.
“Porto con me al nord dalla capitale un idea di Bellezza che è fatta di attravesamenti e una visione fortemente
tridimensionale dei canoni estetici. Ho coltivato le mie idee sull’arte all’interno di spazi architettonici e artistici
infiniti“. Barbara è nata a Roma e a 23 anni approda a Brescia già forte di un suo bagaglio culturale ed emozionale
che le consente di intravedere nel “microcosmo bresciano solido ed efficiente“ come lei stessa sottolinea, “uno
spazio privilegiato in cui fare ordine“. Nel tempo tutto ciò ha assunto una connotazione particolarmente originale
e personale dando vita ad una “visione di ordine in cui culture, uomini, icone, riti possano convivere uno accanto
all’altro e che possano contaminarsi liberamente, dando vita a nuove localizzazioni e convergenze. Nuovi mondi“.
Centrale nella ricerca artistica di Barbara è la questione temporale indagata ed esposta attraverso diversi mezzi
e nelle sue differenti caratteristiche. Il suo campo di ricerca si muove su fronti diversi realizzando, dal 2000 in italia
e all’estero, delle installazioni che combinano elementi video, sonori, fotografici e nuove tecniche di elaborazione
digitale, oltre a workshop d’artista in collaborazione con prestigiose accademie. Barbara fa spesso riferimento alle
due polarità su cui si svolge il suo lavoro come indice della sua riconoscibilità artistica, della sua cifra stilistica:
un lavoro concettuale sulla memoria che si confronta con una pratica artistica svolta sul versante performativo,
modalità che si fanno strada con forza nel tempo e trovano le proprie radici nel dna culturale e famigliare dell’artista,
nonchè nel suo vissuto personale nel campo della moda. “Non provengo dal versante creativo del prodotto
moda bensì da quello performativo teatrale, che riguarda il linguaggio del corpo e degli scenari. Sono stata diretta
da Ken Russel in una rivoluzionaria regia teatrale della Boheme, indossando costumi di scena creati dalle sorelle
Fendi. Un inprinting forte per il mio lavoro attuale“. Appare allora con forza in lavori come “Cronaca di un presagio”
2006, “Betweenthelegs” 2010 “ Breraten” 2015, la convinzione che il corpo dell’artista sia il linguaggio stesso del
lavoro. La sua particolare attenzione alla processualità del fare artistico e alle fasi preparatorie poggia sull’idea di
corpo come laboratorio. “Lavorare con il corpo femminile non è sempre facile, sopratutto se è il proprio corpo. A
volte può essere frustrante ma credo di non avere scelta. Questa pratica del fare arte mi è entrata sotto pelle“. In
opere quali ad esempio “Bye Bye Barbie“ 2008 e “Io ho solo occhi per te“ 2013, il tempo viene ad assumere
sempre più attribuzioni soggettive, precarie ed ambigue talvolta, attraverso un “lavoro di scavo semantico“, precisa
l’artista, all’interno dell’immagine che le consente di imprimere un valore nuovo e assouto alla storia. La sua
ricerca artistica nel mondo del fashion system, presente anche nel lavoro in mostra, non è mai assolutizzata
viceversa continuamente “ibridata” attraverso la connesione con discipline sempre diverse.
Il fashion viene esplorato dall’artista per la sua capacità di “fare e disfare in continuazione le regole, stagione dopo
stagione” e considerato come metafora di un’epoca contrassegnata da una condizione di forte decadenza.
Attraverso la creazione di workshop d’artista e la collaborazione con diverse accademie, Barbara porta avanti
un’idea di ricerca in progress sulle nuove tecniche e procedure dell’arte contemporanea. Nel 2003 viene invitata
dall’Accademia Albertina di Torino a tenere degli incontri sul tema del “Mito e videoarte“ e collabora con l’Accademia
di Brera a Milano in vari progetti a partire dall’anno accademico 2005-2006, riprendendo alcune delle linee
di ricerca estetica portate avanti nei due anni di insegnamento, 2002-2004, alla Libera Accademia di Belle Arti
Laba di Brescia. Nonostante il suo “debole per il passato”, mi racconta Barbara accennando un sorriso, lei stessa
afferma di essere “sensibile al futuro“ e si mette in gioco oggi, con un leggero piglio provocatorio, partendo
dall’effimero mondo della moda, con un progetto sul “mondo che verrà“.

Barbara e Janina marzo 2016__

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